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Dagli Stati Uniti all’Inghilterra, partendo dall’Italia, l’“Italian way of Fooding” conquista milioni di persone. Uno stile di vita che unisce i pilastri della dieta mediterranea a tradizione e costumi della tavola italiana, intesi come momento di condivisione e convivialità. Un patrimonio unico al mondo per ricchezza, varietà e valori, sia dal punto di vista nutrizionale che socio-economico. Sintesi perfetta tra l’ambiente culturale e l’organizzazione sociale, che si concretizza nella convivialità di un pasto a tavola, La Dieta Mediterranea e La Tavola Italiana spopolano in tutto il Pianeta. È questo uno stile di vita tra i più indicati per il proprio benessere personale, sia a livello fisico, sia a livello mentale. Anche una delle riviste femminili più famose al mondo, come Vogue, esalta le qualità del modo di vivere la tavola all’italiana, considerato un elisir che aiuta a vivere più a lungo nel rispetto della tradizione e della cultura. L’“Italian way of Fooding” rappresenta quindi un’eccellenza italiana vissuta quotidianamente da centinaia di milioni di persone, capace di conquistare i vip di tutto il mondo come Penelope Cruz, Kate Middleton e Mark Zuckerberg. Anche il cinema subisce questa influenza, come nel caso di “Mangia Prega Ama”, dove una bellissima Julia Roberts, protagonista del film, è trascinata e coinvolta da sapori e da atmosfere tipiche della tavola italiana. In vacanza, 4 mesi tra Roma e Napoli, aumenta di 12 chili lasciandosi trasportare dai piaceri della tradizione italiana e dall’“Italian way of Fooding”.
Un patrimonio esportato in tutto il mondo e riconosciuto sia per le sue qualità nutritive sia per la forte capacità di aggregazione. Ad individuare la tendenza dell’“Italian way of Fooding” è Polli, storica azienda toscana di sottoli e sottaceti, che in occasione del TuttoFood 2015 ha celebrato, insieme a Divella e alla chef stellata Cristina Bowerman, La Dieta Mediterranea intesa come stile di vita, lo stile del “mangiar bene all’italiana” che contraddistingue La Tavola all’Italiana e valorizza il momento di condivisione, convivialità e armonia insieme agli altri. La chef stellata Cristina Bowerman, volto Ambassador per Expo Milano 2015, ha presentato un’inedita interpretazione in chiave moderna del gusto Made in Italy per promuovere l’eccellenza e le tradizioni legate al nostro territorio e far vivere l’esperienza del “sano piacere del mangiare bene all’italiana” che vince nel mondo, valorizzando l’atmosfera accogliente ed elegante che si crea intorno a “La Tavola all’Italiana” emblema di tradizione e familiarità
“A tavola abbiamo costruito la nostra storia di popolo, di società, di famiglia. La tavola è il momento del quotidiano in cui per abitudine l'italiano condivide emozioni ed esperienze con la sua famiglia – questo il parere di Michele Cucchi, psichiatra e Direttore Sanitario del Centro Medico Santagostino di Milano –. Ma la condivisione è un animale in estinzione, in un mondo social e web connesso, siamo sempre più soli. A tavola invece, riusciamo a vivere le tradizioni, con l'opportunità di far rinascere la nostra società attraverso la condivisione”. A confermare questa tendenza anche Lucia Galasso, antropologa dell’alimentazione e direttrice di evoluzioneculturale.it: “La tavola è il luogo non solo dove si consuma il pasto, ma anche dove, di generazione in generazione, si trasmettono i valori alimentari. A tavola s’impara il piacere del gusto e si educa, così come si forma il sapere gastronomico della propria cultura. C'è un legame fortissimo tra ambiente, genetica e identità culturale: lo stile di vita all’italiana ci racconta questo”.
Sempre più celebrities vengono stregate dai benefici apportati dall’“Italian way of Fooding”. La duchessa di Cambridge Kate Middleton, ad esempio, ha scelto la dieta mediterranea per affrontare la gravidanza, optando per il carciofo bianco di Pertosa e per i fagioli di Casalbuono, provenienti dal Cilento e Vallo di Diano, come cibi principali perché ricchi di ferro. Il creatore di Facebook Mark Zuckerberg durante il suo viaggio di nozze ha trascorso diversi giorni in Italia immergendosi nello stile di vita all’italiana, gustando tra i migliori piatti della tradizione, in ristorantini tra i più tipici, avvolto da atmosfere e da richiami mediterranei. A dimostrarlo le foto dei paparazzi, che lo hanno immortalato all’interno di un piccolo locale, vicino a Campo de’ Fiori, circondato da commensali tra risate e convivialità. Celebre anche la passione di George Clooney per lo stile di vita italiano: dopo aver preso residenza sulle rive del lago di Como, l’attore americano sta valutando l’opportunità di comprare una villa al Sud stregato dai sapori, dai colori e dalle tradizioni del Belpaese. Una passione irrinunciabile anche per Robert De Niro, che non potrebbe vivere senza la sua mozzarella di bufala campana DOP, e Penelope Cruz, innamorata del classico pane condito con un goccio d’olio d’oliva. Ma lo stile di vita italiano è apprezzato anche da Angela Merkel, che ha deciso di passare la Pasqua a Ischia, conquistata dalla bellezza e dai sapori dell’isola. Non certo la prima volta per la Cancelliera tedesca che è solita scegliere l’Italia per le sue vacanze, attratta dall’“Italian way of Fooding”.
Molti anche i ristoranti, sparsi per il mondo, che nel realizzare i loro menù si ispirano allo stile di vita all’italiana. A New York, uno tra i più famosi è “Il Gattopardo”, che dal 2001 offre una scelta di piatti italiani, fortemente legati alle tradizioni nostrane. Un ambiente elegante e rilassante dove vivere un’esperienza che va al di là del piatto e comprende atmosfere, profumi e musiche della tradizione italiana. Ma non solo la Grande Mela, sempre in America ma questa volta a Houston, “Carmelo’s”, anch’esso dal nome tipicamente italiano, propone una serie di portate ed un’ambientazione legate al patrimonio gastronomico del Belpaese. E poi dal Giappone per fare la spesa in Italia. È il caso di Mr. Suzuki e Mr. Aoki, due funzionari dell’International Green Service – azienda giapponese che si occupa di rifornire di frutta e verdura numerosi hotel e ristoranti di Tokyo – che sono venuti a visitare il mercato ortofrutticolo del CAAN, a Napoli. Non certo il primo caso di delegazioni estere in visita al CAAN, in passato tra i banchi del mercato anche cinesi, marocchini e russi per un trend destinato a crescere.
Numerosi anche gli studi scientifici che a livello internazionale hanno certificato i benefici che questo stile di vita porta con sé sotto tutti i punti di vista. Secondo una ricerca condotta su circa 5mila donne presso l'ospedale “Brigham and Women” di Boston e pubblicata sul British Medical Journal, emerge ad esempio che la dieta mediterranea riduce del 13% l’incidenza del Parkinson e dell’Alzheimer, del 9% quella dei problemi vascolari e del 6% quella del cancro. Ma non è tutto, lo stile di vita mediterraneo è un toccasana anche per la vita sessuale: secondo uno studio condotto dai ricercatori dell’ospedale “Hippokration” di Atene e presentato al meeting dell'European Association of Cardiovascular Imaging di Vienna, il consumo degli alimenti tipici della dieta mediterranea favorisce la pulizia dei vasi sanguigni, un fattore essenziale per migliorare anche l’esperienza sessuale.
Non mancano nemmeno le celebrazioni dal punto di vista mediatico: lo stile di vita mediterraneo viene esaltato dalle maggiori testate a livello mondiale come il modo migliore di mangiare sano e stare bene. Se per il New York Times “La dieta mediterranea fa bene al DNA, è da tempo citata dai nutrizionisti per i suoi benefici di promozione della salute e sempre più studi lo dimostrano”, secondo il Daily Mail “Oltre a donare benefici sia a livello fisico sia su quello mentale, la dieta mediterranea è il segreto per vivere a lungo perché protegge da malattie e invecchiamento”.
Mangiare bene aiuta a stare bene. A confermarlo uno studio internazionale dell’Università di Warwick, pubblicato nel 2012. Effettuato su un campione di 80mila cittadini inglesi, ha riscontrato che un maggior consumo di frutta e verdura, pilastri della dieta mediterranea, coincide con un più elevato senso di soddisfazione e benessere. I benefici sull’umore inoltre, non sarebbero esclusivamente a lungo termine, ma visibili giorno per giorno, incidendo sulle emozioni quotidianamente. A confermarlo anche uno studio neozelandese dell’Università di Otago, pubblicato sul British Journal of Health Psychology. Tra un campione di giovani monitorati, coloro che dichiaravano di consumare una buona quantità di alimenti come frutta e verdura riportavano, nella maggioranza dei casi, di sentirsi più calmi, più felici e pieni di energia.
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'Viaggia Vegan' è la prima guida Michelin per chi ha scelto una vita cruelty free, etica, rispettosa della vita degli animali e che ha anche nella tavola uno dei suoi passaggi clou.
La guida, nata da un’idea della onlus Food Vibration, vuole essere un punto di riferimento per turisti vegani, spesso in difficoltà nel trovare strutture adeguate e ristoranti in grado di fornire un pasto che non sia a base di insalata e verdure grigliate.
"Abbiamo voluto soddisfare l'esigenza di chi vuole conoscere dei luoghi e delle occasioni di gustare dei piatti che rispondono ad una enogastronomia più buona, più etica e più gustosa - spiega Vittorio Curtarello, presidente di Food Vibration Onlus - abbiamo pensato che sia possibile idealizzare questa arte culinaria definendo quale è una gastronomia 'superiore'; declinando questo concetto abbiamo definito quali principi dovrebbero ispirare la preparazione di piatti che risultino più buoni, etici e gustosi; concetti che diventano parametri fondamentali ai quali tendere, nella preparazione dei cibi e delle pietanze che aspirino ad essere migliori: Local, Organic, Veg ed Eco".
Sulla guida anche il 'marchio' di Simone Salvini, chef stellato che da anni, che propone piatti di alta cucina con soli ingredienti vegetali.
"Chi la consulta o la legge può trovare tante informazioni utili alla gente strana come noi - dice Salvini - piena di richieste antiche come le montagne e vivere in pace con noi stessi e con ciò che ci sta attorno. Noi vegetariani siamo anche curiosi e rivolti a scoprire non solo le bellezze gustative ma anche quelle espresse dalla Madre Terra".
Sono 130 le attività selezionate e recensite dalla guida, anche se al Sud c’è ancora poco.
La nuova guida offrirà servizi anche per i viaggi con un TO dedicato: pacchetti in strutture già selezionate e che offrono vacanze coerenti con la scelta vegan. Già sperimentati weekend in oasi della natura con corso di cucina annesso.
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Entusiasmo e attesa sono ai massimi per questa edizione che si preannuncia davvero storica per TUTTOFOOD 2015, il Salone Agroalimentare di Fiera Milano che aprirà i battenti dal 3 al 6 maggio 2015, in concomitanza con la prima settimana di apertura di Expo 2015. Il Salone è cresciuto edizione dopo edizione e si racconta dai suoi numeri, ma non solo. “A spiegare l’evoluzione della manifestazione rispetto alle precedenti non bastano le statistiche di questa edizione – 2.838 espositori, in rappresentanza di 7.000 marchi, una superficie totale di 180 mila metri quadri lordi distribuita su 10 padiglioni, con un tasso altissimo di fidelizzazione delle aziende edizione dopo edizione e un turn over esiguo, del solo 8%”, ha detto Paolo Borgio, exhibition manager di TUTTOFOOD, ” dato dall’attenzione per la filiera che abbiamo saputo offrire durante anni di accordi con le associazioni, incontri con le aziende, convegni aperti agli operatori”.
L’edizione 2015 della terza fiera agroalimentare in Europa (con un “salto” di due posizioni rispetto al 2013) accoglierà gli operatori all’interno di un layout specializzato in settori, ma che non esclude dialogo, commistioni, innovative idee trasversali. Per questa edizione ai settori ormai “storici”, si affiancheranno nuove merceologie con una crescita generalizzata che in alcuni comparti doppia i risultati del 2013. Come quello dedicato a Carne e Salumi, cresciuto del 40% rispetto al 2013, al dolciario con Dolce Italia, il cui numero di espositori è raddoppiato, al Lattiero Caseario e ai Surgelati, anch’essi più rappresentati, fino al Multiprodotto, che occupa il doppio degli spazi rispetto al 2013 e all’Ho.re.ca. e Beverage, che ha visto la presenza delle aziende del settore acque minerali e birra crescere rispettivamente del 50% e del 130%. A queste realtà si sono aggiunti in questa edizione un intero padiglione dedicato al Vending, con una special edition di Venditalia, realizzato in collaborazione con CONFIDA, si è fortemente ampliato e potenziato il settore del Green Food che ha triplicato i volumi, grazie ad un’area dedicata che verrà completata da uno spazio showcooking. Infine, a TUTTOFOOD 2015 debutterà il settore Ittico, che darà spazio per la prima volta a una delle grandi tipicità del nostro Paese e alle sue tante potenzialità di mercato.
Crescite importanti per ciascuna area e saturazione degli spazi raggiunta diversi mesi prima della manifestazione mostrano come TUTTOFOOD sia oggi un vero e proprio hub riconosciuto dal settore: questo grazie anche alle preziose alleanze di cui si è arricchito negli anni, associazioni dei vari comparti, come AIDEPI (pasta e dolci), ASSICA (carni e salumi), ASSOBIRRA (industria della birra), CONFIDA (vending), MINERACQUA (Acqua e bibite), QUALIVITA (consorzio per la qualità certificata del food), UNAPROL (olio e olivicoltura) e UNIONALIMENTARI (Unione Nazionale della Piccola e Media Industria Alimentare). Tutte realtà in grado di portare esperienze alla manifestazione, facendosi interpreti delle necessità di aziende molto differenti, per tipologia di prodotto, tradizione e dimensione, ma capaci di trasformare la manifestazione in un appuntamento imprescindibile.
Alle associazioni di categoria si aggiungeranno gli spazi istituzionali di Regioni, Consorzi, realtà locali e territoriali, che hanno scelto la manifestazione come portabandiera delle proprie tipicità e riferimento per la ricerca di nuovi mercati a livello nazionale e sovrannazionale. Accanto alle realtà fortemente localizzate e italianissime, non mancherà, infine, l’offerta di aziende estere, circa 400 espositori, cresciute dell’80% e provenienti da 43 nazioni. TUTTOFOOD ha inoltre raccolto e supportato gli studi e gli osservatori di grandi realtà di settore come IRI,IPSOS e NOMISMA, in grado di monitorare il mercato e mettere a disposizione una visione di insieme che, in più occasioni nei mesi precedenti la manifestazione è stata offerta e commentata da esperti durante incontri e convegni destinati agli operatori e pensati a tutto beneficio delle loro strategie di approccio al mercato. Un know how specifico a disposizione anche di tutti gli operatori che visiteranno TUTTOFOOD. Anche dal punto di vista dell’incontro con l’estero, l’edizione 2015 rappresenta un unicum, poiché si prevede che il bacino dei buyer raggiunti sarà di 20.000 operatori, di cui 2.100 top hosted buyers provenienti dai mercati di maggior interesse, individuati attraverso la collaborazione con ITA – Italian Trade Agency e profilati grazie a EMP, Expo Matching Program, il sistema di matching di Fiera Milano che consente di fissare appuntamenti mirati allo stand.
Anche gli operatori in visita ad Expo 2015 saranno intercettati per entrare in contatto con le aziende in mostra attraverso il programma di matching loro specificamente dedicato, l’Expo Business Matching, promosso da Expo Milano 2015 in partnership con Fiera Milano, Camera di commercio di Milano, Promos e PwC, una piattaforma web di incontri d’affari, creata per incoraggiare e facilitare l’internazionalizzazione delle imprese durante i sei mesi di Expo. La collaborazione tra Expo 2015 e TUTTOFOOD sarà sancita anche dalla serata che il 3 maggio, gli espositori della manifestazione potranno trascorrere all’interno del Padiglione Italia, fulcro dell’Esposizione Universale.
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All’interno dell’Expo saranno distribuiti 26 milioni di pasti per un giro di affari complessivo nei sei mesi stimato in 320 milioni di euro per gustare (tra colazioni, pranzi, merende e cene) un totale di circa 450mila tonnellate di cibo che per la stragrande maggioranza sarà Made in Italy. E’ quanto emerge dal primo studio della Coldiretti sull’Expo nel piatto dal quale si evidenzia però che la vera abbuffata sarà al fuori dall’area espositiva con gli 8 milioni di turisti stranieri che spenderanno durante il soggiorno in Italia in ristoranti, pizzerie, bar, caffè e rosticcerie per un totale di oltre un miliardo di euro ai quali vanno aggiunti 750 milioni di euro per acquisti di prodotti agroalimentari. Nell’area dell’Expo si calcola che saranno servite 1,5 milioni di colazioni, 17 milioni di pranzi, 4,4 milioni di merende e 3,1 milioni di cene durante i sei mesi con una maggiore concentrazione durante i weekend e negli appuntamenti principali. Si tratta - sottolinea la Coldiretti - di una media di oltre 140mila pasti al giorno distribuiti in ristoranti bar-caffetterie, chioschi e postazioni di street food, ma anche nei padiglioni stranieri che sono attrezzati con la propria ristorazione e nei padiglioni collettivi. Di cibo ce ne sarà dunque di tutti i tipi, dalla cucina tradizionale a quella moderna, e per tutte le tasche, dai chioschi di strada ai ristoranti di classe, ma la vera novità è il primo “Farmer’s Inn di Campagna Amica” che sarà aperto nel roof garden del padiglione della Coldiretti dove saranno direttamente gli agricoltori delle diverse regioni a portare i piatti della tradizione contadina nostrana e non mancheranno giornate a tema. Una anticipazione di quello che i visitatori potranno trovare nelle campagne italiane fuori dall’area espositiva dove saranno guidati da una tecnologia esclusiva varata per l’occasione. “L’Expo avrà veramente successo solo se sapremo creare le condizioni per prolungare il soggiorno dei visitatori stranieri al di fuori della area espositiva di Milano con nuove attrazioni lungo tutta la Penisola nelle città e nelle campagne”, ha affermato il Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “l’Italia può contare su un sistema di quasi ventunomila agriturismi, quasi diecimila fattorie e mercati degli agricoltori dove poter acquistare prodotti genuini direttamente dal produttore, ma anche su iniziative ad hoc per lasciare della permanenza in Italia un ricordo indimenticabile”. L'Italia è l’unico paese al mondo che - conclude la Coldiretti - può contare anche sulla leadership europea nella produzione biologica e nell'offerta di prodotti tipici con ben 269 denominazioni di origine riconosciute a livello comunitario, 4813 specialità regionale e 415 vini di alta qualità, ma anche una presenza di residui chimici nei cibi di appena lo 0,6 per cento, dieci volte inferiore alla media dei Paesi extracomunitari e meno della metà della UE.
www.coldiretti.it
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La parola d’ordine è Croazia ─ patria del bianco Grashevina ─ per il prossimo appuntamento con Onav Lombardia che, in occasione della serata di lunedì 4 maggio a Palazzo Gonzaga Guerrieri (Volta Mantovana), presenterà al pubblico i vini di diverse regioni croate vocate alla viticoltura, in collaborazione con l’Ambasciata croata a Roma e con il Consolato generale croato a Milano.
Dalle 19.30 fino alle 23.30, sotto gli archi delle antiche scuderie, si aprirà il banco d’assaggio dove si potranno degustare varie interpretazioni dei vini della Slavonia ─ la regione attorno al Danubio ─, e delle aree vinicole degli altopiani, come la Zagorje, e della Dalmazia, di cui sarà presentata in particolare la zona intorno a Dubrovnik e la valle del fiume Nereta.
Una degustazione guidata è in programma poi dalle 21 alle 22 nel salone delle feste, con la presenza di alcuni viticoltori croati che racconteranno personalmente i loro vini.
Molto rinomati in particolare i passiti croati, di cui si potranno assaggiare le superbe etichette del produttore Krauthaker, ottenute da uve Grashevina, oltre a quelle di Bodren, una delle cantine che ha ricevuto più riconoscimenti in Croazia, e di Buhac. L’azienda Djurinski rappresenterà i vini continentali della Zagorje, mentre dalla costa della Dalmazia giungeranno vini come il Plavac Mali, uno dei rossi autoctoni più importanti, il Crljenak Kastelasnki, il Posip e il Bogdanusa.
Una degustazione che promette molte scoperte interessanti, tanto più che i grandi vini croati sono ancora in larga parte poco rintracciabili in Italia, mentre hanno già raggiunto con un export notevole Paesi come Russia e Germania.
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E' record per l'export di formaggi e latticini che nel 2014 ha raggiunto 2,2 miliardi di euro, registrando un aumento del 4,8% sul 2013 e oltre 331 mila tonnellate con +3,3%; questo, nonostante la crisi in Ucraina che ha quasi dimezzato le spedizioni per Mosca e una valuta ancora forte. Lo afferma l'Ismea, nel precisare che ottimi sbocchi sono arrivati dall'est Europa, in particolare Polonia, Repubblica Ceca e Romania con un aumento in volumi rispettivamente del 18%, 9%, e 22%. Performance interessanti, seppure in corrispondenza a quote di mercato ancora esigue, anche in Cina (+41%), Corea (+26%) ed Emirati Arabi Uniti (+28%); dinamiche positive anche in Francia (4,3%), Germania (+6,5%) e Regno Unito (+1,9%). Tra i diversi segmenti l'Ismea evidenzia un buon andamento per formaggi freschi (+3,1% in volume), grana a denominazione (+3,4%), provolone (+7,2%), gorgonzola (+2,7%) e grattugiati (+9,7% in volume). In particolare crescono i freschi soprattutto in Germania (+8,2% in volume) e in Francia (+7,0%), a fronte di una flessione nel Regno Unito (-2,5%). Grana Padano e Parmigiano Reggiano, di contro, hanno registrato l'incremento maggiore oltremanica (+9,1%), mentre sono aumentati meno sul mercato tedesco e transalpino (rispettivamente +3,7% e +2,1%), con una battuta d'arresto negli Usa (-5,2%). Il Gorgonzola, infine, è stato molto più apprezzato nei Paesi Bassi (+13,9% in volume) e nel Regno Unito (+7,3%).
www.ansa.it
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La primavera, il sole e le belle giornate. Inizia la stagione delle scampagnate all’aperto, da quest’anno però spazio ai cambiamenti. A confermarlo sono i più importanti chef stellati e food blogger in Italia. Ne è convinto il 79% degli esperti, secondo cui gli italiani, quest’anno, proporranno ricette alternative, meno grasse e più leggere. La festa del 25 aprile e il lungo ponte del 1 maggio sono appuntamenti nei quali gli italiani difficilmente rinunciano alla scampagnata, il 68% infatti ha deciso di passare queste ricorrenze tra griglie, carni e verdure, ma questa volta in modo diverso. Si scoprono nuove cotture più sane e meno ‘violente’ come il cartoccio (48%) e l’affumicatura (43%) che, unite a spezie (57%) e marinature (52%), permettono di ridurre i quantitativi di sale utilizzato, con innumerevoli vantaggi per la salute. Nuove tecniche queste che spesso richiedono l’apporto di verdura (65%) e di frutta (35%) necessarie a conferire aromi e umidità.
E’ quanto emerge da uno studio promosso dal Polli Cooking Lab, l’Osservatorio sulle tendenze alimentari dell’omonima azienda toscana, condotto mediante metodologia WOA (Web Opinion Analysis) su circa 130 esperti tra nutrizionisti, chef stellati e food blogger attraverso un monitoraggio online sui principali social network, blog, forum e community per capire quest’anno come saranno le grigliate degli italiani in vista della bella stagione.
“La cucina, come tutte le arti, è ricerca e sperimentazione. È necessario però partire dalla storia, bisogna conoscere il passato per poter innovare con cognizione, con intelligenza, con gusto”. È questo il parere di Antonello Colonna, chef stellato dell’omonimo ristorante romano. “Per una scampagnata è impensabile non farsi ispirare dalla cucina di sempre: io non rivisito, interpreto, il tutto rispettando la stagionalità e la territorialità dei prodotti. Difficile inoltre rinunciare a sottoli e sottaceti, formaggi e affettati che, proprio come la scampagnata domenicale, fanno parte della tradizione. Impossibile immaginare una gita fuori porta con sashimi al sacco”. conclude lo Chef Antonello Colonna.
Carne, pesce e verdure in molteplici combinazioni, la grigliata cambia menù e lascia spazio a prodotti più leggeri e creativi. Tra gli ingredienti principali non mancheranno certo maiale (74%) manzo (61%) e agnello (25%), con ampio spazio a pollo (75%), tacchino (52%), vitello (41%) e quaglie (15%). Insieme a questi anche tanta verdura e frutta. Tra le verdure non mancheranno peperoni (81%), zucchine (79%), melanzane (78%), patate (71%), cipolle (44%), pannocchie (49%), pomodori (40%), carciofi (21%), asparagi (18%) e friarielli (15%) che trovano spazio sia sopra la griglia che fuori. Proprio così, perché secondo gli esperti, gli italiani non rinunceranno a tutti gli ingredienti ‘collaterali’ al barbecue: oltre all’ insalata (65%) e ai cetrioli (51%), tutti quei prodotti di accompagnamento come sottoli (79%), sottaceti (78%), formaggi (51%) e affettati (49%) che appartengono alla cultura gastronomica del Belpaese. Anche durante una scampagnata, infatti, nulla è lasciato al caso. Secondo gli esperti, gli italiani non rinunceranno nemmeno ad antipasti (62%) e dolci (74%). Ancora pochi i dessert che verranno preparati direttamente sulla griglia (14%) a differenza della frutta che, invece, con fragole (45%), pesche (43%), albicocche (39%) e ananas (37%) trova ampio spazio. Un menù completo e ricco che mette in risalto tutti quegli alimenti cari alla tradizione e alla cultura gastronomica italiana.
“Sempre più attenzione all’alimentazione, in un’ottica più salutistica e leggera. Sempre meno utilizzo di carni rosse in favore soprattutto del pesce”. Questo il parere di Tommaso Arrigoni chef del ristorante stellato Innocenti Evasioni, che sottolinea come “sia fondamentale allargare i propri orizzonti culinari, per capire come ci si alimenta. In questi anni si è avuta una vera e propria intossicazione del corpo, dovuta all’eccessivo consumo di farine e di prodotti molto grassi, e allora si scoprono nuove ricette, nuovi abbinamenti che aiutano a depurarsi. Anche nella grigliata questi principi emergono prepotentemente. Nuove tipologie di cottura, come quelle a bassa temperatura, permettono di cucinare in maniera più leggera e sana senza però rinunciare al sapore. Grande spazio a verdura e frutta, che arricchiscono il menù, dando gusto e consistenze diverse ma senza appesantire. Cibarsi diventa un’esperienza gastronomica e anche se in campagna e armati di un solo barbecue, diventa difficile rinunciare a prodotti come sottoli e sottaceti che accompagnano formaggi e affettati tipici della tradizione e della cultura italiana. Un consiglio per una ricetta alla brace? “Una griglia a bassa temperatura, un pesce, purché intero, cucinato insieme a della verdura che aiuta a dare umidità e profumo al piatto. Attenzione alla cottura – conclude lo chef Tommaso Arrigoni – deve essere la più lenta possibile”.
Grande protagonista sarà quindi anche il pesce (52%) che verrà preparato in diversi modi. Scelte più classiche come aglio, olio e prezzemolo (31%) lasciano spazio a preparazioni più ricche e complicate. Oltre alle classiche verdure, aumenta l’utilizzo di olive (52%), capperi (32%) e peperoncini (30%). Non manca certo l’accostamento della frutta insieme al pesce: limoni (51%), arance (42%), mele (29%), pompelmi (25%) e ananas (21%) per dare vita ad una combinazione di gusto che risalta freschezza e leggerezza. Abbinamenti questi che indubbiamente necessitano tempi di preparazione più lunghi, ma che consentono di mantenere al meglio le proprietà organolettiche degli alimenti, che con temperature molto alte, tipiche della griglia, rischiano di perdersi. A cambiare quindi, non tanto gli ingredienti quanto l’approccio verso questi.
“Nella cottura alla griglia il mantenimento dei valori nutrizionali è legato a vari fattori – afferma Luca Piretta, nutrizionista e gastroenterologo, specialista in Scienza della Nutrizione Umana all’Università La Sapienza di Roma. Le elevate temperature e la durata della cottura possono alterare in modo importante il valore nutrizionale delle proteine e dei grassi, nutrienti molto presenti negli alimenti cotti sul barbecue. L’impiego del cartoccio potrebbe essere una buona risorsa perché esclude l’esposizione diretta ai fumi provenienti dal contatto dei grassi con la brace, protegge l’alimento dalle temperature più elevate e impedisce la fuoriuscita di sali minerali. L’affumicatura se effettuata in modo corretto altera meno gli alimenti rispetto alla griglia ma è difficile da effettuare in ambito domestico. In definitiva, la cottura al barbecue necessita di alcuni accorgimenti per non essere dannosa e utilizzata in modo corretto non pregiudica in alcun modo lo stato di salute. É altrettanto importante abbinare correttamente gli alimenti. Si può usare il limone sulle carni per migliore la biodisponibilità di alcuni minerali come il ferro soprattutto per le persone che soffrono di anemia. In generale – sottolinea il nutrizionista Luca Piretta – meglio carni bianche o pesce, che dovrebbero essere consumate più frequentemente rispetto ala carne rossa e accompagnati da verdura fresca e genuina”.
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Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che si è conclusa la consultazione pubblica online tra i cittadini sull'etichettatura dei prodotti agroalimentari. Sono stati oltre 26.500 i partecipanti che hanno espresso il proprio punto di vista, rispondendo a un questionario con 11 domande sull'importanza della tracciabilità dei prodotti, della indicazione dell'origine e della trasparenza delle informazioni in etichetta.
Oltre il 96% dei consumatori ha dichiarato che è molto importante che sull'etichetta sia scritta in modo chiaro e leggibile l'origine dell'alimento e per l'84% è fondamentale ci sia il luogo in cui è avvenuto il processo di trasformazione. Per 8 italiani su 10 assume un'importanza decisiva al momento dell'acquisto che il prodotto sia fatto con materie prime italiane e sia trasformato in Italia, a seguire il 54% controlla che sia tipico, il 45% verifica anche la presenza del marchio Dop e Igp, mentre per il 30% conta che il prodotto sia biologico.
Per 9 su 10 è importante conoscere l'origine per questioni legate al rispetto degli standard di sicurezza alimentare, mentre per il 70% è utile per questione etiche, come il rispetto delle normative sul lavoro.
Gli italiani quindi vogliono conoscere sempre l'origine delle materie prime, in particolare su alcuni prodotti come le carni fresche e il latte fresco (95%), i prodotti lattiero-caseari come yogurt e formaggi (90%), la frutta e verdura fresca tagliata già pronta per l'uso (88%), le carni trasformate come salumi e insaccati, carne in scatola (87%) o il riso (81%). Per quanto riguarda il luogo dove avviene la trasformazione per oltre 18mila persone (70%) è sempre fondamentale che sia indicato in etichetta in modo chiaro, e per l'86% è molto importante avvenga al 100% in Italia.
Quasi 22mila persone (82%) hanno poi dichiarato che sono disposte a spendere di più per avere la certezza dell'origine e provenienza italiana del prodotto, con quasi la metà pronta a pagare dal 5 al 20% in più.
L'iniziativa fa parte delle misure di 'Campolibero' della Legge Competitività e ha avuto l'obiettivo di coinvolgere la collettività su una questione decisiva come la trasparenza delle informazioni in etichetta sugli alimenti. Un ulteriore effetto della consultazione è allinearsi ai principi generali dell'Unione europea, dove la condivisione dei contenuti delle decisioni pubbliche costituisce da tempo una prassi consolidata.
"Abbiamo avuto una partecipazione straordinaria - ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina - con più di 26mila consumatori e operatori che ci hanno detto cosa vogliono leggere in etichetta. La risposta è stata univoca: l'indicazione chiara dell'origine della materia prima è un dato fondamentale per un'informazione trasparente e per la prevenzione delle frodi. Oggi siamo più forti, perché presenteremo a Bruxelles questi risultati insieme a delle proposte incisive per rendere le norme nazionali sull'etichetta ancora più efficaci, in linea con le nuove disposizioni dell'Unione Europea. Non si è trattato di un questionario puro e semplice, ma di uno strumento di condivisione con i consumatori degli indirizzi politici su una materia che incide sulla vita di ogni giorno. Per noi valorizzare l'origine è un tratto distintivo e l'etichettatura è il mezzo che consente al consumatore di scegliere in modo consapevole".
"Allo stesso tempo siamo impegnati per il ripristino dell'obbligo di indicazione dello stabilimento di produzione in etichetta. Da un lato portiamo avanti una battaglia in Europa per la modifica del Regolamento e l'inserimento di questa informazione come obbligatoria, dall'altro stiamo lavorando con i tecnici della Commissione Ue per poter introdurre una norma nazionale che valga in Italia. La trasparenza e la correttezza delle informazioni al consumatore - ha concluso Martina - quando si parla di cibo è un diritto che dobbiamo assicurare in ogni modo ai cittadini e continueremo a lavorare sempre in questa direzione".
www.politicheagricole.it
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Da Siena, le Città dell’Olio volano a New York ospiti d’eccezione del “NYIOOC - The New York International Olive Oil Competition”, il Concorso Oleario Internazionale più grande e famoso al mondo promosso da Olive Oil Times, Fairway Market e The International Culinary Center. Con più di 700 oli extravergine in gara provenienti da 25 Paesi e giudicati da una giuria internazionale di esperti per poi essere scelti da chef, buyer e consumatori di tutto il mondo, il NYIOOC si conferma una delle vetrine internazionali più prestigiose del settore.
"La partecipazione a questo importante evento – dichiara Enrico LUPI, Presidente delle Città dell’Olio – è un riconoscimento importante per le Città dell’Olio che ormai è più da venti anni che va promuovendo la cultura del prodotto e dei territori di origine, e che viene considerata anche all’estero l’associazione di riferimento per la promozione della cultura dell’olio extravergine e la tutela e valorizzazione dell’extravergine del paesaggio olivicolo".
A rappresentare l’Associazione nazionale delle Città dell’Olio all'evento di New York sarà il Direttore Antonio Balenzano, che interverrà come relatore all’appuntamento più atteso della kermesse: il convegno sul tema “The Modern Culture of Olive Oil Perspectives on the cultural context of olive oil and predictions for its future” in programma il 15 aprile a Broadway all’interno del Teatro dell’International Culinary Center.
"Il fatto che in Usa, a New York – dichiara Balenzano – si affronti il tema della cultura, fa pensare che le Città dell’Olio da sempre sono sulla strada giusta dove l’elemento culturale diventa fondamentale per la riconoscibilità del prodotto e per la sua collocazione nei mercati del mondo. Noi andremo a presentare la nostra pluriennale esperienza in questo settore, ma soprattutto andremo a rappresentare il nostro modello culturale che si basa sull’educazione al consumo, identità e territorio".
Un’occasione unica dunque, per mettere a confronto i punti di vista sul mondo dell’olio extravergine di esperti e imprenditori del settore, giornalisti, chef, nutrizionisti e fashion designer di Paesi diversi. Alla tavola rotonda insieme ad Antonio Balenzano ci saranno, infatti, molti autorevoli relatori: Sara Baer-Sinnott Presidente Oldways Preservation & Exchange Trust, Curtis Cord President NYIOOC e Publisher Olive Oil Times, Frank Giustra CEO Fiore Group of Companies, Dorothy Cann Hamilton Founder The International Culinary Center, Norma Kamali Fashion Designer, Steven Jenkins Fairway Market, Rob McGavin CEO Boundary Bend, Nieves Ortega Editor, Olimerca, María José San Roman Chef Monastrell, Lisa Sasson Nutrition and Food Studies New York University e Artemis Simopoulos President The Center for Genetics, Nutrition and Health.
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Torna, da sabato 18 a lunedì 20 aprile, nella splendida cornice dell’Antica Corte Pallavicina di Polesine Parmense (PR), Salumi da Re, raduno nazionale di allevatori, norcini e salumieri, ideato e organizzato da Gambero Rosso e dall’avamposto del gusto made in Italy dei fratelli Spigaroli. La tre giorni, interamente dedicata a tutto il comparto della salumeria – dagli allevatori ai trasformatori, dalle aziende di servizio per la norcineria a chi i salumi li studia, li vende e li serve in tavola - vuole essere una festa enogastronomica aperta a tutti e con ingresso libero, un’occasione di incontro tra le grandi, medie e piccole aziende norcine di tutt’Italia.
Durante la manifestazione, i locali, il cortile e gli spazi esterni dell’Antica Corte Pallavicina – in un lungo weekend di incontri, convegni e approfondimenti condotti da esperti del settore e giornalisti - ospiteranno il mercatino gourmet con gli stand dei norcini e di tutto ciò che ruota intorno ai salumi. A fare da contrappunto, le degustazioni di salumi abbinati a prodotti di forno e ai compagni di bicchiere, gli aperitivi e le merende dentro la Corte, come ciccioli caldi, polenta e Lambrusco, il salame fritto nello strutto, i piedini di maiale cotti nel paiolo, le pizze e le focacce ripiene di salumi.
Tra le novità di questa seconda edizione, lo spostamento dei convegni nella “Piazza del maiale” - a stretto contatto con il pubblico e con i produttori - l’introduzione di uno spazio fresco di restauro, adiacente al cortile interno, dedicato alla degustazione di vini e birre artigianali, il concorso “Teen Ager Panino Gourmet” rivolto agli studenti degli istituti alberghieri, la presenza in contemporanea durante tutti e tre i giorni della quarta edizione di “centomani, di questa terra”, appuntamento annuale organizzato dall'associazione CheftoChef emiliaromagnacuochi che mette a confronto sul futuro del cibo 50 dei più importanti cuochi della Regione e che si concentrerà soprattutto durante la giornata di lunedì 20 aprile, offrendo al pubblico l’opportunità di assaggiare, scoprire, abbinare cibi e pietanze che rappresentano l’eccellenza dell’enogastronomia emiliano romagnola.
Tanti gli incontri-degustazione e gli incontri dedicati a “I Lardi d’Italia”, “Salumi e Conservanti”, “Le grandi famiglie di salumi tradizionali italiani”, “Birra e Salumi”.
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In arrivo quattro giorni pieni di fermento a Torino, dal 23 al 26 aprile, presso il Cortile del Maglio, in via Borgo Dora, per la seconda edizione torinese di Birra d'Ecc, grande festival dedicato alla birra artigianale con un calendario di eventi gastronomici e culturali di tutto rispetto: musica, cucine dal mondo, dj, animazione e danze.
SCHIUMARIO, la mascotte di Birra D’ecc, presenta ben quattordici microbirrifici artigianali e birrifici selezionati con la presenza diretta dei mastri birrai, che – grazie alla loro grande padronanza e esperienza nell'arte del preparare e miscelare il prodotto per ottenerne caratteristiche uniche di gusto ed effervescenza – potranno consigliare a tutti i partecipanti gli abbinamenti giusti tra prodotti gastronomici e birra. Alla manifestazione saranno presenti, infatti, grazie ai numerosi espositori street food presenti, piatti della tradizione italiana di diverse regioni (dalle tigelle agli arrosticini, dalla bruschetta al panzerotto fritto) e piatti della cucina internazionale: se vi sembra impossibile abbinare un buon Churrasco dell'arte culinaria argentino-brasiliana, un Chili o un Tacos de Queso messicano, un Gazpacho o la Paella spagnola con una buona birra, provare per credere...
Tutti i giorni, saranno organizzati laboratori/degustazioni guidate sia per la valorizzazione delle produzioni di birra territoriale, sia per seminari di divulgazione della cultura birraria e del corretto stile di consumo. “Sua Altezza” la birra, nelle sue varie sfaccettature, bionda, rossa, scura e non solo, comunque tassativamente artigianale, contornata dalla piazza del gusto, farà da padrona di casa accogliendo i visitatori amanti del buon bere, del buon cibo ma anche curiosi di vedere le novità dei microbirrifici artigianali e certi di divertirsi in una fantastica kermesse ad ingresso gratuito.
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Soltanto 3 italiani su 10 sanno che le accise (una forma di tassazione) vengono applicate alle bevande alcoliche, mentre quasi nessuno ( 9 italiani su 10) sa di pagarle quando beve una birra. Lo rivela una ricerca Doxa-Assobirra su un campione di circa 2.000 persone, dai 18 anni in su.
In realtà la pressione fiscale sulla birra, una delle più alte in Europa, continua ad aumentare al punto che oggi un sorso su due della birra che il consumatore compra se lo beve il fisco. Cosi è nata l’idea di lanciare FiscAle la birra che paghi due volte. Un gesto provocatorio e irriverente da parte dell’Associazione Produttori della birra e del Malto per dire “no” all’aumento delle accise e riportare l’attenzione di media e decisori politici su questo importante problema. FiscAle, una birra vera, prodotta in limited edition, è stata offerta a passanti e giornalisti nel corso di una manifestazione davanti a Montecitorio dove era anche possibile firmare la petizione #rivogliolamiabirra.
L’ iniziativa ha lo scopo di sostenere e rilanciare la campagna di sensibilizzazione “salva la tua birra” che ha raccolto in pochi mesi oltre 115.000 firme. La filiera della birra in Italia da lavoro complessivamente a 136mila persone. Con una tassazione 4-5 volte inferiore a quella attuale come quella di Spagna o Germania, sarebbe possibile creare circa 7000 nuovi posti di lavoro.
http://www.salvalatuabirra.it/labattagliacontinua/
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Divulgare e valorizzare il caffè e il suo consumo, un prodotto di crescente importanza economica e sociale, all’insegna della salute, della sostenibilità e del piacere. Sono questi gli obiettivi principali individuati dal Protocollo d’Intesa, sottoscritto dal Commissario Unico delegato del Governo per Expo Milano 2015 Giuseppe Sala, dal Presidente e CEO di illycaffè Andrea Illy, dal Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, dal sindaco di Trieste Roberto Cosolini e dal Presidente della Camera di Commercio di Trieste Antonio Paoletti.
Il protocollo intende promuovere la denominazione “Trieste Capitale del Caffè”, inserendo la città e il Friuli Venezia Giulia tra i “luoghi strategici per gli scambi commerciali ed economici e come territori strettamente collegati alla realtà dell’Esposizione Universale”.
La firma del documento si è tenuta in Expo Gate nel corso dell’evento “Il caffè a Expo Milano 2015”, che ha visto la presentazione dei contenuti del Cluster del Caffè, curato da illy. All’appuntamento hanno partecipato il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Maurizio Martina, il Direttore Generale della Divisione Partecipanti di Expo 2015 S.p.A. Stefano Gatti, il Direttore Esecutivo dell’International Coffee Organization (ICO) Robério Oliveira Silva e il Vice Presidente del Gruppo Lavazza Giuseppe Lavazza.
Grazie alla candidatura avanzata dal Governo italiano, Expo Milano 2015 ha ottenuto l’assegnazione da parte dell’International Coffee Organization del primo Global Coffee Forum e della prima Giornata Mondiale del Caffè che si svolgeranno tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre 2015 a Milano, anche nel Sito Espositivo.
Il Direttore del Progetto Cluster Filippo Ciantia e il Direttore Visitor Experience di Expo 2015 S.p.A. Matteo Gatto hanno illustrato l’itinerario del caffè a Expo Milano 2015.
Quello del Caffè è uno dei nove Cluster dell’Esposizione Universale. Si tratta di villaggi che raggruppano oltre 80 Paesi in base alla produzione di uno specifico alimento (Caffè; Cacao e Cioccolato; Riso; Spezie; Cereali e Tuberi; Frutta e Legumi) o allo sviluppo di una determinata tematica (Bio-Mediterraneo; Agricoltura e Nutrizione nelle Zone Aride; Isole, Mare e Cibo).
Lo spazio espositivo, curato da illycaffè, in qualità di Official Coffee Partner, si pone l’obiettivo di raccontare il passato, presente e futuro del caffè partendo da tre elementi fondamentali: il prodotto e il suo percorso dal chicco alla tazzina; la creatività, l’arte e la cultura che si sviluppano attorno alla tazzina di caffè; le storie e le tradizioni dei Paesi coltivatori e di quelli consumatori. La mostra del fotografo brasiliano Sebastiao Salgado, che animerà l’area comune del Cluster, presenterà con scatti d’autore raccolti in un affascinante viaggio le proprietà del chicco più amato al mondo.
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Joe Bastianich si unisce alla grande famiglia degli Ambassador di Expo Milano 2015. L’eclettico imprenditore statunitense, apprezzato a livello internazionale, paladino di una cucina di eccellenza, ancorata a materie prime di qualità, aderisce con entusiasmo alle tematiche dell’Esposizione Universale.
Volto televisivo noto grazie alla partecipazione a numerose trasmissioni tv dedicate alla cucina e non solo, Bastianich è un ristoratore di successo, proprietario di aziende vinicole e scrittore. Insomma, una vita dedicata all’enogastronomia, come spiega nel video che ufficializza la sua discesa in campo per Expo: “Il cibo è ormai diventato una priorità della nostra vita quotidiana, ecco perché è fondamentale comprendere cosa e come mangiamo, soprattutto per quanto concerne le generazioni che verranno”.
Per Bastianich Expo Milano 2015 sarà un’occasione davvero importante per ragionare sul futuro dell’alimentazione a livello globale: “All’Esposizione Universale nasceranno idee che apriranno la strada a soluzioni e strategie condivise per capire come mangiare bene e sano. Bisogna far passare il messaggio che nutrirsi tutti, in maniera corretta ed equilibrata è un diritto e non un privilegio”.
Joe Bastianich è legato alle tradizioni culinarie italiane e alla dieta mediterranea, come dimostra il suo piatto preferito: “Sicuramente gli spaghetti al pomodoro, una preparazione semplice ma di grande livello. Basta scegliere tre ingredienti di prima qualità, vale a dire la pasta, i pomodori e l’olio d’oliva, ed ecco pronto un piatto meraviglioso e globale”.
“Accolgo con particolare soddisfazione Joe Bastianic come Ambassador – commenta Giuseppe Sala, Commissario Unico delegato del Governo per Expo Milano 2015 –. Stiamo parlando di un imprenditore conosciuto a livello internazionale e che diffonde con successo in ogni parte del mondo un modello di alimentazione di alta qualità. Una cultura del cibo che affonda le radici nella tradizione ma che si arricchisce dell’innovazione e della ricerca in campo enogastronomico. Il suo contributo di idee e di esperienza rappresenterà sicuramente un valore aggiunto per l’evento espositivo e ben si sposa con le tematiche della manifestazione”.
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Only Wine Festival, il Salone Nazionale dei Giovani Produttori e delle Piccole Cantine a Città di Castello (Pg), si svolgerà nel centro storico di Città di Castello il 18 e 19 aprile 2015. L'evento vedrà protagonisti quest’anno i migliori 100 produttori “under 40” italiani e le piccole cantine selezionati da A.I.S., che esporranno e faranno gustare il meglio della propria produzione attraverso degustazioni libere e guidate. Tra le numerose novità di Only Wine Festival 2015 gli originali momenti dedicati all'Art Food, ovvero al cibo e alle sue rappresentazioni nell'arte, anche in omaggio al Maestro tifernate Alberto Burri. Il cibo diventa, così, non solo oggetto delle opere di artisti di tutto il mondo, ma anche opportunità per il pubblico di gustare l’arte. Giovani chef si ritroveranno a Città di Castello per interpretare la “food art” ed ovviamente il tutto sarà completato dall'abbinamento ad un buon vino. Altra importante novità dell’edizione 2015 sarà lo spazio espositivo interamente dedicato ai vini pregiati delle terre dei Balcani, che Only Wine Festival ha scelto come ospiti d’eccezione per quest’anno. Seguiranno giorni di degustazioni e laboratori di approfondimento, incontri e rappresentazioni, mostre d’Arte, eventi culturali.
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Un omaggio all’origine e alla maestria dei prodotti artigianali: è per questa ragione che Prosciutto di Parma e Parmigiano Reggiano, nell’ambito dell’iniziativa Stealing Beauty (Furto di bellezza), sono i protagonisti della mostra allestita da Harrods, il tempio del lusso londinese, nelle vetrine che si affacciano sulla Hans Crescent.
Fino al 28 marzo 2015, cosce di Prosciutto di Parma e forme di Parmigiano Reggiano resteranno esposte nel cuore della capitale di un Paese di prima importanza nelle esportazioni dei due prodotti, per lanciare un particolare messaggio, sostenuto dal linguaggio artistico, che si riassume nel valore insostituibile dei territori, delle tradizioni locali e della maestria degli artigiani nella determinazione delle caratteristiche inimitabili di questi prodotti Dop.
Non a caso, dunque, le due eccellenze alimentari italiane vengono associate a un’aquila – considerata la più bella creatura del mondo animale – intenta a rubare tale bellezza, esposta insieme ad alcuni vini spagnoli.
A completare l’esposizione, poi, una serie d’immagini relative al Prosciutto di Parma e al Parmigiano Reggiano che scorreranno sugli schermi posti al quinto piano della sede londinese di Harrods, disposta su 7 piani e 93.000 metri quadrati di superficie.
La scelta dell’eccellenza rappresentata dai due prodotti, però, non si ferma ad aspetti culturali ed estetici: Harrods, infatti, ospiterà una giornata di degustazione all’interno della Food Hall. I clienti potranno così degustare Prosciutto di Parma appena affettato e Parmigiano Reggiano, oltre ad approfondire la conoscenza dei prodotti e delle loro qualità.
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La bella stagione è iniziata e la primavera mette voglia di trascorrere le prime giornate di sole all’aperto, magari gustando le prelibatezze che solo un Paese come l’Italia offre. Casevacanza.it (http://www.casevacanza.it), il portale leader in Italia per gli affitti turistici, propone un tour gastronomico all’insegna del buon cibo di strada, rivelando quanto costa affittare una casa vacanze nelle località dello street food italiano. Lo studio ha analizzato i prezzi disponibili sul portale per il periodo che va dal 21 marzo al 30 aprile 2015 e ha calcolato quanto spenderebbe a notte, in media, un gruppo di quattro persone.
Partendo dalle Dolomiti, il tour del cibo di strada comincia dai Bretzel, i simpatici panini che si trovano nella provincia di Bolzano dalla curiosa forma attorcigliata: per una notte in casa vacanza qui si spendono mediamente 95 euro. Gli amanti della montagna a primavera, delle passeggiate e dell’aria pulita possono recarsi in Valtellina, dove una notte in casa vacanza costa un po’ meno, 90 euro; dopo una lunga camminata fra i sentieri, niente di meglio che ristorarsi con gli Sciatt, frittelle ripiene di formaggio tipiche di questa zona.
Rimanendo al Nord, ma spostandoci verso il mare, per le calli di Venezia sono molti i turisti che passeggiano tra le bellezze della città con in mano degli invitanti Scartossi di pesse, i coni di carta ripieni di pesce fritto della laguna. Per questo succulento spuntino, e per le meraviglie dei canali, si deve essere disposti a spendere un po’ di più: i prezzi medi, in questa stagione, ammontano a 150 euro a notte. Sempre sul mare, ma sull’altro versante dell’Italia, troviamo Recco, in provincia di Genova, e la sua celeberrima focaccia: qui i prezzi sono notevolmente più contenuti e per affittare una casa vacanze bastano 85 euro a notte.
A Firenze, spendendo 110 euro a notte, è possibile fare tappa presso uno dei botteghini che prepara il lampredotto: non proprio cibo da turisti, certo, ma un panino che racconta la storia e la vita dei fiorentini molto meglio di un libro. A Livorno si spende molto meno, 60 euro, per assaggiare il cinque e cinque, un tipico panino farcito con una sottile torta a base di ceci. Tra le proposte dei luoghi dello street food italiano non poteva mancare la piadina, uno dei nostri simboli gastronomici più conosciuti: una notte in una casa vacanze a Rimini, terra d’elezione per questo prodotto, costa mediamente 65 euro.
Per chi vuole visitare Roma in primavera e godersi i suoi capolavori prima che arrivi il grande caldo estivo, una notte costa mediamente 100 euro: immancabile la tappa in una delle gastronomie che preparano i famosi supplì o la pizza romana, quella molto alta e spugnosa. Basta molto meno, 65 euro a notte, nella zona dei Castelli Romani: qui i panorami sono mozzafiato, tra boschi e laghetti che in primavera offrono il loro aspetto migliore, e per goderseli a pieno niente di meglio che un buon panino con la porchetta all’aria aperta.
Per gli amanti della carne, di quella appena arrostita e fumante, il Sud Italia offre molte possibilità in questi giorni di primavera: in Abruzzo, per esempio, a Pescara, si potrebbero andare ad assaggiare i famosi arrosticini senza spendere troppo per il soggiorno (70 euro a notte). La Puglia, invece, va citata con le bombette della valle d’Itria: a Cisternino, paesino in provincia di Brindisi, per assaggiare questi deliziosi involtini serviti nei coni di carta una notte in casa vacanze costa in media 85 euro. La Sicilia offre ben due località per chi ama i sapori forti della carne e vuole osare: Catania è molto famosa per le grigliate all’aria aperta in giro per la città e che offrono involtini e polpette di cavallo (“Arrusta e Mangia”). Nella città dell’elefante, una notte costa mediamente 60 euro; leggermente più alti i prezzi di Palermo, 70 euro a notte, dove la vera chicca è u pani ca meusa, un panino ripieno di milza cotta nello strutto, condita con limone e ricotta salata. Ma chi visita Palermo non può rinunciare al panino con le panelle e alle arancine (disponibili anche in versione “bomba”).
Per chi alla carne preferisce i carboidrati, allora i posti giusti da visitare a Sud in primavera per assaggiare delle vere e proprie delizie a base di farina sono Bari e Napoli. Nel capoluogo pugliese una notte in case vacanza costa mediamente 65 euro e, oltre al giro della città e dei dintorni, si può godere della focaccia barese, una delizia croccante ai bordi e soffice al centro e ricoperta di pomodorini e olive. A Napoli, bellissima da visitare in primavera quando ancora non fa molto caldo, troviamo lo street food più famoso del mondo, un vero e proprio marchio del nostro Paese all’estero, la pizza. Per assaggiare quella vera e, perché no, anticiparla con uno spuntino “light” a base di zeppoline e montanare, servono 90 euro a notte.
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Gualtiero Marchesi è diventato Ambassador di Expo Milano 2015. Il famoso chef milanese, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo, entra così a far parte della grande famiglia dell’Esposizione Universale: le sue creazioni culinarie daranno un tocco di classe e qualità ad un evento che fa dell’alimentazione sana e consapevole il suo punto di forza.
In occasione del suo ottantacinquesimo compleanno, Marchesi dimostra di credere fermamente in questa straordinaria avventura: “Expo è una grande occasione per dimostrare quello che possiamo fare. Sottolineo ‘possiamo’, perché basta che questo Paese lo voglia ed è capace di superare qualsiasi ostacolo. Solo così ritroveremo l’Italia che si fa rispettare”.
Ed è significativo il prodotto scelto dal Maestro per rappresentare la sua cucina: “Io amo il grano e lo scelgo come emblema, perché appartiene alla prima grande rivoluzione umana, quella neolitica – dopo, ben inteso, l’essere scesi dagli alberi. I greci usavano una bellissima metafora, chiamando gli uomini: mangiatori di pane, il contrario di bruti. Anche se furono gli arabi a inventare i maccheroni, prima del Mille, a Palermo, la pasta è l’ingrediente che più ci caratterizza.”.
Un elemento imprescindibile per Marchesi è la formazione, fondamentale per essere competitivi in ogni settore, quindi anche per preparare degli chef di alto livello: “Non c’è crescita sociale e personale senza il tempo dello studio e del sacrificio. Chi parla di cucina, parla a vanvera se non chiarisce che la creatività e l’improvvisazione possono nascere solo da un lungo tirocinio, dalla perfetta conoscenza della materia prima e delle cotture.”.
“E’ un onore poter annoverare tra i nostri Ambassador un maestro della cucina italiana come Gualtiero Marchesi – commenta Giuseppe Sala, Commissario Unico delegato del Governo per Expo Milano 2015 –. Siamo certi che le sue doti sapienti nel saper miscelare ingredienti e sapori, unite ad una cucina legata alle tradizioni ma fortemente innovativa rappresenteranno un valore aggiunto prezioso in grado di esaltare il Made in Italy. Quella di Marchesi è un’arte che parte da prodotti di prima scelta e proprio per questo potrà fornire un importante contributo, capace di stimolare riflessioni sul tema ‘Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita’”.
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Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che è stato nominato il nuovo Comitato nazionale vini Dop e Igp per il triennio 2015-2017, alla cui presidenza è stato riconfermato il dott. Giuseppe Martelli.
Il Comitato è formato da:
- dott. Michele Alessi, in rappresentanza del Mipaaf;
- dott. Oreste Gerini, in rappresentanza del Mipaaf;
- dott. Luca Lauro in rappresentanza del Mipaaf;
- dott.ssa Antonella Bosso, esperto in materie tecnico/scientifico/legislative attinenti al settore della viticoltura ed enologia;
- enol. Gianluigi Biestro, esperto in materie tecnico/scientifico/legislative attinenti al settore della viticoltura ed enologia;
- dott. Giuseppe Liberatore, esperto in materie tecnico/scientifico/legislative attinenti al settore della viticoltura ed enologia;
- dott.ssa Rosa Fiore, in rappresentanza e in qualità di coordinatore delle regioni e delle province autonome;
- dott. Michele Zanardo, in rappresentanza e in qualità di coordinatore delle regioni e delle province autonome;
- dott. Nicola Bux, in rappresentanza delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura;
- enol. Emilio Renato Defilippi, in rappresentanza dell'Associazione enologici enotecnici italiani;
- enol. Ezio Pelisetti, in rappresentanza dei consorzi volontari di tutela cui all'articolo 17 del D.L.vo n.6172010;
- dott. Domenico Bosco, in rappresentanza delle organizzazioni sindacali degli agricoltori;
- dott.ssa Palma Esposito, in rappresentanza delle organizzazioni sindacali degli agricoltori;
- dott. Domenico Mastrogiovanni in rappresentanza delle organizzazioni sindacali degli agricoltori;
- dott.ssa Valentina Sourin, in rappresentanza delle organizzazioni di rappresentanza e tutela delle cantine sociali e cooperative agricole;
- dott. Gabriele Castelli in rappresentanza delle organizzazioni di rappresentanza e tutela delle cantine sociali e cooperative agricole;
- dott. Ottavio Cagiano de Azevedo, in rappresentanza delle organizzazioni sindacali degli industriali vinicoli;
- dott. Paolo Castelletti, in rappresentanza delle organizzazioni sindacali dei commercianti grossisti vinicoli.
www.politicheagricole.it
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La Valle dei Laghi, tra i più affascinati angoli del Trentino, è la terra in cui nasce e viene coltivato un apprezzato vitigno, il Nosiola, protagonista di vini e grappe d’eccellenza e del pregiato Trentino D.O.C. Vino Santo. Tre prodotti che rappresentano anche la storia, il patrimonio culturale ed enologico di questa terra. Una ricchezza di tradizioni ed esperienze, di vissuti e arte protagonisti anche quest’anno della nuova edizione di DiVinNosiola, il festival ideato dall’Azienda per il Turismo Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi per celebrare uomini e storie, creazioni e riflessioni attorno a questa eccellenza trentina. L’appuntamento è a Trento e nelle più belle località della Valle dei Laghi dal 27 marzo al 23 aprile. DiVinNosiola propone ancora una volta, in un mix di conferme e novità, un’affascinante viaggio della mente e dei sensi alla riscoperta dei gioielli culturali e naturali della Valle dei Laghi e, soprattutto, della tradizione eno-gastronomica legata, in particolare, alla produzione del vino Nosiola Trentino. Il ricco programma affianca all’interessante Mostra il Rito della Spremitura delle uve appassite, escursioni, degustazione e spettacoli, tutti dedicati alla cultura e alla tradizione del Nosiola Trentino e della Valle dei Laghi.
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